Nei giorni scorsi, la società del Vado F.C. 1913 ha annunciato, per la stagione sportiva 2011/2012, novità interessanti sul futuro tecnico e dirigenziale della categoria Juniores: Giovanni Persano, attualmente sulla panchina della squadra provinciale vadese, guiderà la Juniores regionale d’Eccellenza; mentre Maurizio Cerrato e Gaetano Tesoro sono stati confermati nei rispettivi ruoli di vice-allenatore e dirigente responsabile Juniores. Claudio Caddeo, quest’anno alla guida della Juniores regionale, invece, ricoprirà, nello staff tecnico rossoblu, un altro importante ruolo che sarà comunicato prossimamente. Così, per fare il punto della situazione in casa vadese, abbiamo colto l’occasione per porre loro alcune domande.

1) Il campionato Juniores 2010/2011 si è concluso poche settimane fa, qual è il tuo bilancio?

C. CADDEO:
E’ senza dubbio un bilancio più che positivo. L’obiettivo che c’eravamo posti ad inizio stagione, che era quello di portare la squadra Juniores del Vado a giocare nel campionato regionale d’Eccellenza, è stato centrato senza difficoltà, e fino all’ultima giornata siamo rimasti in corsa per le finali regionali. Ancora più positivo, però, è l’aspetto puramente tecnico, visto che i ragazzi, anche nei momenti di difficoltà, hanno sempre provato a sviluppare calcio, e a tratti abbiamo giocato in modo aggressivo e offensivo a ritmi sempre alti. Abbiamo ricevuto i complimenti da parecchi tecnici delle squadre che affrontavamo, e questo è stato motivo di soddisfazione per i ragazzi e per noi allenatori. I risultati sono sempre importanti, ma credo che una squadra debba sempre avere una sua identità e un suo modo di pensare e proporre calcio, e noi su questi aspetti abbiamo sempre cercato di lavorare il più possibile. I risultati sono spesso una conseguenza di tutto ciò.

M. CERRATO:
Il mio bilancio è positivo. L’obiettivo stagionale di qualificarsi per il campionato Juniores regionale d’Eccellenza è stato raggiunto; inoltre la squadra è stata in lizza per vincere il proprio girone fino all’ultima giornata. In più, va pure detto che diversi ragazzi sono molto cresciuti sotto l’aspetto calcistico. Senza presunzione, credo che nell’arco della stagione, risultato finale a parte, il Vado sia stata la squadra che ha fatto vedere il miglior calcio, esteticamente parlando.

G. PERSANO:
Positivo, poiché all’interno del nostro raggruppamento, nel campionato Juniores provinciale, pur giocando sottoleva – con atleti nati tutti nel 1994 – abbiamo ottenuto un solo punto in meno rispetto alla seconda in classifica. Inoltre, il nostro attacco è stato il più prolifico del girone. La cosa più importante, però, è stata quella di aver valorizzato molti ragazzi in prospettiva di un loro approdo in prima squadra.

G. TESORO:
Bilancio importante per entrambe le formazioni Juniores. Quella regionale, guidata dai mister Caddeo e Cerrato, è riuscita ad ottenere il lasciapassare per il futuro campionato Juniores regionale d’Eccellenza; mentre i 94’ di mister Persano hanno fatto molto bene nel torneo provinciale. E’ vero che quest’ultimo campionato non è stato molto competitivo sotto l’aspetto qualitativo, ma i nostri ragazzi erano tutti sottoleva e, di conseguenza, hanno affrontato avversari con maggior esperienza.

2) Come giudichi la decisione di istituire dalla prossima stagione sportiva il campionato Juniores regionale d’Eccellenza.

C. CADDEO:

Campionato molto interessante perché saranno presenti al via le migliori squadre Juniores a livello regionale, e quindi parecchi tra i migliori giocatori di categoria. Un campionato che, elevando il livello, consentirà a tutte le prime squadre di avere giovani più pronti per essere utilizzati la domenica. I nostri ragazzi andranno monitorati partita dopo partita e nello stesso tempo bisognerà cogliere l’occasione per osservare cosa di “interessante” propongono le altre società.

M. CERRATO:
Potrebbe rivelarsi una buona idea, sicuramente alzerà il livello del campionato rendendolo più competitivo. Il problema saranno le spese che lieviteranno visto che si dovrà girare tutta la Liguria, e tutte le squadre dovranno sicuramente compiere uno sforzo economico superiore. Personalmente, dal punto di vista tecnico, penso che per i giovani, attesi dal salto in prima squadra, sarebbe stato molto più impegnativo, e formativo, istituire un campionato riserve con le stesse squadre inserite nell’Eccellenza “maggiore”, dandole pure la possibilità di utilizzare dei fuoriquota, anche senza limiti d’età.

G. PERSANO: Sotto l’aspetto qualitativo, il nuovo torneo permetterà senz’altro di vedere un calcio migliore poiché sarà formato dalle migliori squadre dell’intera regione, le quali hanno superato la dura “scrematura” operata dai tre gironi di Juniores regionale appena terminati. Non sarà, tuttavia, un campionato facile né sotto l’aspetto tecnico né sotto quello logistico; però consentirà ai ragazzi di crescere e migliorarsi.

G. TESORO:
Ottima novità perché ci sarà più interesse intorno al campionato Juniores grazie al meccanismo dei play-off nazionali, e anche a quello delle retrocessioni. Però, dato che sarà sicuramente un torneo più difficile di quelli affrontati in passato, noi dovremo crescere nei ’93, i quali dovranno arrivare a fornire alla squadra un apporto simile a quello garantito dai 91’ e dai 92’ nelle stagioni passate.

3) Se lo conosci, come valuti il livello del calcio giovanile in ognuna delle quattro province liguri, visto che tutte avranno almeno un proprio club inserito nel prossimo campionato Juniores regionale d’Eccellenza?

C. CADDEO:
Su Genova e Savona, il livello, mediamente, non mi è sembrato eccelso, non ho visto individualità tecniche tali da farmi sobbalzare. Le squadre che parteciperanno al campionato regionale d’Eccellenza appartengono quasi tutte a società con “tradizione” a livello giovanile come, ad esempio, l’Athletic Club, la Sestrese e lo stesso Vado, realtà calcistiche che dispongono di ragazzi preparati tecnicamente, tatticamente e fisicamente ad affrontare questo tipo di tornei. Secondo me, sarà un campionato in grado di fornire importanti indicazioni per le prime squadre.

M. CERRATO:
Onestamente posso valutare solo sulla base di quello che ho visto in prima persona. Le squadre spezzine non le conosco, quelle delle altre province invece ho avuto modo di incontrarle. Savona ogni anno dimostra di avere buone compagini, almeno una raggiunge le finali da due anni a questa parte e le altre si giocano il proprio girone sempre da protagoniste. I club genovesi possono contare su un vasto bacino d’utenza e sui legami con le due “big” cittadine; ma, a conti fatti, non dimostrano mai una grande supremazia. L’Atlethic Club, ad esempio, si è appena laureato campione regionale e ha dimostrato di essere una bella squadra, ma non mai ha dato l’impressione di essere nettamente superiore alle altre rivali. Per quanto riguarda l’estremo ponente, posso dire poco poiché ho visto solo la Sanremese lo scorso anno, sicuramente la più forte compagine che io abbia incontrato in questi ultimi due anni.

G. PERSANO:
Per quanto riguarda l’imperiese, il nuovo torneo vedrà ai nastri di partenza solo il Ventimiglia, che peraltro è una buona squadra. A Genova e a La Spezia ci sono realtà molto competitive e professionali. A Genova, in particolar modo, le tante squadre presenti sul territorio possono appoggiarsi su un grande bacino d’utenza, in grado spesso di fare la differenza. Infine, a rappresentare il savonese ci saremo noi e altre due squadre di valore come l’Andora e il Quiliano. I quilianesi, tra l’altro, in quest’ultima stagione hanno vinto il loro girone e sfiorato il titolo regionale.

G. TESORO:
Non conosco bene la situazione né nello spezzino né nell’imperiese; mentre, a mio giudizio, nel savonese c’è un buon livello di competitività. Tuttavia, a Genova, i vari club in attività, hanno il grande vantaggio di poter disporre su un numero di atleti nettamente superiore a quello presente nelle altre zone della Liguria.

4) In quasi tutti i campionati dilettantistici (dalla Serie D fino alla Prima Categoria), i club sono obbligati a schierare in campo alcuni giocatori molto giovani sin dal primo minuto, cosa ne pensi?

C. CADDEO:
Personalmente penso che ogni società calcistica, dai professionisti ai dilettanti, che decide di lavorare con il settore giovanile, deve necessariamente porsi come obiettivo quello di tirare fuori dal proprio vivaio uno o due calciatori l’anno in grado di poter giocare in prima squadra, al di là delle regole che vengono imposte dagli organi federali. Assillate dal risultato da ottenere a tutti i costi, le società, e di conseguenza i tecnici, hanno smesso di “rischiare” sui giovani, non c’è pazienza di aspettarli, di farli crescere. A vent’anni un giocatore viene considerato ancora “un giovane”, ma a quell’età i più bravi dovrebbero già avere sulle spalle due o tre campionati giocati da titolari. Quando le società decidono di puntare su un ragazzo, già a sedici o diciassette anni, devono metterlo nelle condizioni ideali per farlo crescere il più velocemente possibile, e queste sono sostanzialmente due: farlo allenare costantemente con la prima squadra, e farlo giocare il più possibile.

M. CERRATO:
L’idea di per sé può essere corretta, ma andrebbe rivista perché nella formula attuale molti ragazzi quando finisce l’obbligo della loro leva vengono un po’ accantonati dalle rispettive società, per me erroneamente. Come ho detto in precedenza, il primo passo sarebbe di creare un campionato Juniores d’Eccellenza uguale nelle partecipanti a quello delle prime squadre (tipo campionato riserve). I costi sarebbero gli stessi della formula attuale, ma con la possibilità di inserire nella formazione della Juniores dei fuoriquota, magari tre, che permetterebbero alle prime squadre di far giocare chi deve recuperare, o chi deve tenersi in condizione. Oggi, con gli attuali obblighi di leva, le società devono iniziare a lavorare in ottica prima squadra con leve in anticipo di due anni, e ciò non è semplice poiché i ragazzi hanno sviluppi differenti. Molte volte si perdono giocatori potenzialmente forti in quanto hanno una crescita fisica diversa rispetto a quella di altri loro compagni, che a 15 anni sono già adulti. Con questo tipo di regola, sono sicuramente avvantaggiate le società che hanno contatti importanti con squadre professionistiche, le quali fanno già un’ attenta selezione a monte.

G. PERSANO:
Penso sia una cosa positiva, soprattutto se rimaniamo nelle direttive societarie iniziali, vale a dire valorizzare i giovani del nostro vivaio per poi poterli inserire in prima squadra. Indubbiamente, non è semplice trovare tanti giovani bravi per campionati così difficili, ma la regola impegna tutte le società alla stessa maniera.

G. TESORO:
E’ un regolamento che non mi convince appieno. Certo, si fornisce l’opportunità a molti ragazzi di misurarsi con campionati non facili, e quindi di crescere. Però, dopo due o tre anni, molti di loro, quando giungono ad avere un’età che li pone fuori dall’utilizzo obbligatorio, finiscono per perdersi nei campionati minori, e magari poi smettono di giocare. Credo che sarebbe meglio adottare altre soluzioni per invogliare i club a schierare più giovani in campo, per esempio ricorrendo ad incentivi di tipo economico.

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