da www.sevenpress.com
Raffaella Fracchia ha appeso le scarpe al chiodo per passare al ruolo altrettanto impegnativo di allenatrice. E subito è arrivata una squadra di prim’ordine del panorama regionale ligure, il Vado, formata dal blocco del Bragno e alcuni elementi della Sampor di Savona, militante nei tornei amatoriali a sette.
“Da calciatrice ad allenatrice? Sono due cose ben diverse. Giocare non ha prezzo. Quando arrivi a un certo punto è ora di smettere. A 35 anni sono contentissima della scelta fatta, anche se volendo potevo ancora giocare. E’ stata tutta una serie di coincidenze. Ho preso il patentino da allenatore e sono stata chiamata a Vado. Il gruppo è meraviglioso. Ho un collaboratore, se così si può definire, Giovanni Piccardo, a cui bisogna fare un monumento. Tutta la società ci tratta bene, sia da parte del presidente, sia i dirigenti. I giocatori della prima squadra, Grabinsky in primis, chiedono nostre informazioni e vogliono sapere cosa abbiamo fatto la domenica. Non mi era mai capitato di avere questo seguito. E questo non può che far piacere. Solitamente il femminile è ai margini dove c’è una squadra maschile. A Vado abbiamo trovato l’ambiente ideale. Non ci siamo prefissati nulla, ma qui al Vado si lavora tanto sull’educazione sportiva per evitare scene che fanno male al calcio, specie se femminile. Cerchiamo di costruire qualcosa più grande. Questa è solo la partenza. Il Vado è formato dal gruppo storico del Bragno, a cui si sono aggiunte ragazze che giocavano a sette nei tornei amatoriali qui a Savona. Il prossimo obiettivo è quello di far nascere un settore giovanile. Ora abbiamo solo una squadra a undici e due squadre a sette nei tornei Uisp e Csi. Il Vado cercherà di fare più punti di quelli fatti l’anno scorso, di migliorarsi. Non possiamo competere per il primo posto, ma cerchiamo di salire il più possibile, anche se finire secondi, terzi o quarti non cambia nulla. Facciamo solo due allenamenti alla settimana, più un terzo facoltativo, per questioni logistiche perché la maggior parte delle ragazze vive in val Bormida. Lo Spezia direi che è la favorita d’obbligo per la promozione, anche perché le Girls Sanremese hanno perso la Cerato che è andata a Chiavari in A2. Colgo l’occasione per ringraziare pubblicamente tutte le ragazze e Giovanni. Oltre ovviamente la società, che ci appoggia. Ora sta andando bene, godiamoci il momento finché dura”.
Le ultime parole spettano a Giovanni Piccardo,dirigente del settore femminile.
“Alleno una delle due squadre a sette e seguo Raffaella come secondo la domenica,mentre l’altra squadra è diretta da Mauro Bersini. Stiamo andando avanti con risultati altalenanti nell’Uisp, mentre siamo primi nel Csi. In totale abbiamo 55 ragazze tesserate, comprese la prima squadra. Non male come inizio. Il nostro scopo sarà quello di integrarle con ragazze più giovani per avere sempre risultati positivi. L’obiettivo per la prossima stagione sarà quello di creare la Juniores femminile. Vengo dall’esperienza con la Sampor dove abbiamo sempre fatto bene, vincendo anche la Coppa Liguria CSI. Il calcio a sette è un altro mondo rispetto a quello a undici, più professionale. Qui a Vado si lavora bene. La passione per il calcio femminile mi è venuta dopo un grave infortunio patito nel 2004 che mi fermò per un anno e mezzo. Ho giocato in Terza Categoria . Vidi giocare le ragazze e mi resi conto di certi obrobri del calcio femminile. Allora, decisi di dare il mio contributo per migliorarle, documentandomi, e qualcosa direi che ho fatto”.
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