Giovedì 02 giugno si svolgerà presso le strutture del Vado F.C. il 2° Torneo Felice Levratto riservato alla categoria Piccoli Amici 2003.
Felice Levratto è stato indubbiamente uno dei giocatori più rappresentativi, se non il più rappresentativo, della lunga storia del Vado F.C. 1913. Arrivato in rossoblu all’età di sedici anni, dalla Lampos, all’epoca altra squadra vadese, si affermò, nel ruolo di ala sinistra, agli occhi di tecnici e tifosi per le sue indiscutibili doti tecniche e atletiche, trascinando con i suoi gol il Vado alla conquista della Coppa Italia, la prima messa in palio nella storia del calcio italiano, nel 1922. In quell’occasione, con un gran tiro sfondò la rete della porta della formazione avversaria, l’Udinese, regalando il prestigioso trofeo ai vadesi e guadagnando per sé il giusto appellativo di “sfondareti” che lo accompagnò per tutto il resto della sua importante carriera. Quel successo fu per lui un incredibile trampolino di lancio, poiché da lì partì un cammino nel corso del quale arrivò vestire la maglia della Nazionale A per ventotto volte, di cui tre come giocatore vadese (unico calciatore nella storia ad indossare l’azzurro provenendo direttamente dal Vado), mentre collezionò undici apparizioni nella Nazionale B (una nel periodo di militanza nel Vado). In azzurro segnò quattro reti, metà delle quali realizzate in Nazionale B, invece i match che giocò come “vadese” nella Nazionale A furono i seguenti: Italia-Spagna 1-0, Italia-Lussemburgo 2-0, e Italia-Svizzera 1-2. Queste tre partite si svolsero in Francia, a Parigi, dove la compagine italiana disputò i Giochi Olimpici del 1924. Sempre sotto la guida del Commissario Tecnico Vittorio Pozzo, Levratto partecipò anche alle Olimpiadi d’Amsterdam, nel 1928, nelle quali gli azzurri giunsero terzi battendo nell’ultima, e decisiva, gara l’Egitto per 11-3. A livello di club, Felice Levratto, dopo aver lasciato il Vado, approdò nell’allora Divisone Nazionale “A” vestendo le casacche di Hellas Verona, Genoa, Ambrosiana-Inter e Lazio. A fine carriera, invece, si accasò nel Savona dove, nella stagione 1937/1938 in Serie C, decise con una sua rete un derby contro quel Vado da cui cominciò la sua ascesa nel calcio nazionale. Svestiti i panni del calciatore, passò a quelli di tecnico con cui, in qualità di secondo, affiancò Fulvio Bernardini, dal 1955 al 1957, in quella Fiorentina che vinse lo scudetto nel 1956, fino ad arrivare sulla panchina del “suo” Vado nella stagione 1959/1960, ottenendo un buon quarto posto nel campionato di Promozione.
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